Aree di intervento

“Il fatto che il dolore richieda così tanto tempo per risolversi non è un segno di inadeguatezza, ma è indice di profondità dell’anima”

D. Winnicott

La sofferenza psicologica si manifesta attraverso svariati insiemi di sintomi, che convenzionalmente definiamo con il termine di “disturbi” o “disagi”.

• Disturbi d’ansia
(ansia, attacchi di panico, fobie, ossessioni, compulsioni )

• Disturbi dell’umore
(depressione reattiva, disturbo depressivo maggiore, disturbo dell’umore mono e bipolare)

• Disturbi psicosomatici
(eruzioni cutanee, vertigini, cefalea, insonnia, etc…)

• Disturbi dell’alimentazione
(anoressia, bulimia )

• Disagio negli adolescenti
(crisi evolutive, situazioni di difficoltà scolare, etc…)

• Disagio legato a lutti o separazioni

• Disagio legato al rapporto di coppia

• Disagio negli adulti legato al rapporto con i figli

• Disagio negli adulti legato alla diagnosi e alla gestione di malattie di origine organica

Viene offerta una gamma di interventi rivolti ad ADULTI e ADOLESCENTI (13-18 anni) per trattare le manifestazioni sopra descritte. L’accesso avviene attraverso un servizio di consulenza psicologica individuale come primo luogo di ascolto, chiarificazione, diagnosi e orientamento. Tale lavoro può condurre, se paziente e terapeuta sono concordi e se la situazione clinica lo richiede, a una psicoterapia individuale finalizzata alla trattamento dei nodi emersi in consultazione.

Viene altresì offerto un servizio di consulenza di coppia per il sostegno alla funzione genitoriale e un servizio di sostegno psicologico per persone che svolgono funzioni di cura in situazioni di malattia terminale, malattia cronica o in fase acuta, o che hanno in carico malati psichiatrici gravi.
Ci avvaliamo di contributi professionali esterni, ossia Psichiatri e Neuropsichiatri, per offrire la possibilità di realizzare, per taluni casi, una Terapia integrata. L’approccio integrato al disagio psicologico consiste in un intervento associato di psicoterapia e di trattamento psicofarmacologico.
La prassi clinicamente più diffusa prevede che i due trattamenti vengano seguiti da professionisti differenti (uno psichiatra e uno psicoterapeuta) in continua comunicazione tra loro, così da evitare interferenze tra le modalità di intervento e contemporaneamente fare buon uso del lavoro d’équipe tra psicoterapeuta e psichiatra.